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mercoledì 30 marzo 2011

Il Monte Ortobene


"No, non è vero che l'Ortobene possa paragonarsi ad altre montagne; l'Ortobene è uno solo in tutto il mondo, è l'anima nostra, il nostro carattere, tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e puro e aspro e doloroso in noi."

Queste le parole di una nuorese doc, Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, parole che riserva al monte che c'è a Nuoro e sovrasta la cittadina; queste poche frasi testimoniano l'amore che da sempre i nuoresi hanno per il loro monte, semplicemente Il Monte per ogni nuorese che si reputi tale.
Il monte (provincia di Nuoro) è un'antica altura granitica, alta 955 metri, che ospita i nuoresi da secoli, per le loro scampagnate e passeggiate.
I parchi sono principalmente due: Sedda Ortai e il Redentore.
Nel primo si possono trovare la pista ciclabile e di pattinaggio, utilizzate nelle giornate primaverili e invernali da giovani e famiglie; di particolare interesse è "Sa Conca", il fungo, un ovile ricavato all'interno di una grande roccia, unica in Sardegna.
Nel secondo si trova la statua del Redentore, statua installata alla sommità del Monte nel 1901 in occasione della celebrazione del Giubileo da Papa Leone XIII; ma ci sono anche altri parchi di interesse, come Farcana dove si può trovare la piscina comunale e il maneggio; ai piedi del monte si possono visitare le Domus de Janas, letteralmente case delle fate, case risalenti al neolitico.
Per salire al monte, si parte dalla chiesetta della solitudine, e arrivati al bivio la strada si divide in due, arrivando a  tutte le principali località situate nel monte.
Scendendo dal monte si può osservare il belvedere di Nuoro, che abbraccia la vallata e i monti di Oliena (Provincia di Nuoro), e nei giorni senza foschia si può vedere il lontano mare della Baronia.

lunedì 28 marzo 2011

Cinghiale in agrodolce...gnam gnam!!


Tempi

Preparazione: 15 minuti;
Cottura: 2h-2h e1/2

Dosi per 5 persone:

Cinghiale q.b
Cipolla
Prezzemolo
1/2 bicchiere di aceto di vino bianco
1 cucchiaio di zucchero
Olio extravergine q.b
Sale q.b
1/2 bottiglia da 750 ml di passata di pomodoro
acqua q.b

Preparazione:

Tagliare il cinghiale a pezzettini piccoli.
Far rosolare con l'olio il cinghiale, aggiungendo il sale, e far asciugare l'acqua che toglierà fuori.
Aggiungere la cipolla e il prezzemolo tritati, facendoli rosolare. Aggiungere la passata, l'aceto e lo zucchero, aggiungere acqua e lasciar cuocere a fuoco basso per 2h, 2h e 1/2, mescolando di tanto in tanto, aggiungendo l'acqua quando si consuma, per fare in modo che il cinghiale sia sempre coperto dal sugo di cottura.
Servire caldo, e gustare!


sabato 26 marzo 2011

Grazia Deledda, autodidatta nuorese

Nata a Nuoro nel 1871, è riuscita, nonostante i costumi del tempo, a studiare e a "sfondare" nel mondo della letteratura nazionale, facendo conoscere il suo nome e la sua città natale oltre i confini isolani e addirittura nazionali.
Cresciuta in una famiglia borghese e acculturata, respira l'amore per la letteratura sin da piccola, anche se gli unici studi formali si fermano alle elementari, dopo le quali viene seguita privatamente da un tutore per le materie di latino, francese e italiano; da non sottovalutare gli influssi dei dibattiti sociali, politici e culturali dell'epoca che nutrirono l'amore per il sapere della giovane Grazia.
Scrive sin da giovanissima e si vede pubblicata la sua prima novella a 15 anni, e subito dopo inizia una collaborazione con la rivista "ultima moda", anche se ostacolata dalla famiglia e criticata dalla società nuorese.
Ma Grazia non si scoraggia e continua a scrivere, approfondendo lo studio dei suoi personaggi, e il suo stile letterario, diventando un osservatrice dei costumi della sua città e della sua regione, inviando i suoi manoscritti in continente.
Quando si sposa, si trasferisce a Roma con suo marito, dove rimarrà fino alla sua morte, e dove partorirà le sue opere più celebri, intrise di nostalgie per la sua Isola.
Le opere della giovane sarda sono intrise d'amore, di dolore e di morte, e aleggia il senso della colpa, del peccato retaggio di un'educazione fortemente religiosa; i critici hanno sempre avuto problemi a incasellarla in un settore specifico, tra verismo e decadentismo, non riuscendo mai a superare la barriera del naturalismo, e di teorie linguistiche che non riuscivano a comprendere le complessità del sistema letterario sardo: per questi motivi i critici la attaccavano e non la consideravano una scrittrice nel panorama italiano, al contrario del suo pubblico e di pochi scrittori suoi contemporanei che continuarono ad amarla e ad apprezzare le sue opere.
Oltre i confini nazionali fu sempre stimata, sia dai giovani scrittori che da quelli affermati, come Lawrence e Gorkij: il primo curò l'introduzione alla traduzione di "La madre", e il secondo si curò di suggerire la lettura dei romanzi della scrittrice sarda ad una giovane scrittrice esordiente, in quanto vece forte, "senza rivali sia nel passato che nel presente".

Nel 1926 vinse il premio Nobel per la letteratura, seconda donna a stringere quel premio in Italia:

"Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi"

giovedì 24 marzo 2011

Castello di Marmilla

Il castello di Marmilla è il rudere più affascinante e pittoresco che ci sia in Sardegna.
Costruito intorno al 1150 d.C., ha visto il susseguirsi di molte famiglie e padroni, roccaforte e linea di confine tra il Regno di Cagliari e il Regno d'Arborea.
E' situato nella pianura di Las Plassas in cima all'unico rilievo della zona, il castello domina il panorama circostante, ergendosi sulla collina ricordando allo spettatore i tempi antichi e maestosi.
Le rovine testimoniano una serie di fasi costruttive, probabilmente opera di vari padroni e varie epoche; oggigiorno rimangono in piedi pochi resti del solenne passato: una cinta muraria delimita il perimetro, e all'interno poco rimane delle due torri e delle due cisterne, una interna e una esterna il perimetro.
La precisione del taglio delle pietre di arenaria è assoluta, le pietre bugnate utilizzate per le basi delle torri denotano attenzione per lo sgocciolamento dell'acqua piovana, che evitava con questa tecnica di rimanere negli interstizi di giunzione. Le cisterne, scavate nella roccia, sono rivestite di cantoni di arenaria.
L'aria che si respira visitando questo monumento è piena dei profumi della macchia mediterranea, profumi che vivono da migliaia di anni, e per questo capaci di catapultare lo spettatore indietro nel tempo, e fargli immaginare le vicissitudini, i costumi che hanno interessato la vita degli abitanti del castello.



martedì 22 marzo 2011

Sardegna in Miniatura - Planetario - Museo dell'Astronomia


La Sardegna in Miniatura è una vera e propria attrazione! Per chi volesse visitare i luoghi più affascinanti della  Sardegna in poche ora è il luogo adatto!
Infatti, vi sono molte attrazioni isolane, ricche di dettagli che permettono al visitatore di farsi un'idea pressoché precisa di quello che si può trovare nell'Isola.
Situato nella vallata sottostante la Giara di Tuili, ad un km dal villaggio nuragico "Su Nuraxi" di Barumini, si possono percorrere i poco meno 400 metri del parco, per poter apprezzare le bellezze nostrane. Ovviamente per le spiagge è meglio una visita sul luogo!


Le miniature delle opere, degli edifici, dei nuraghi, dei luoghi che si possono trovare in quest'Isola, per il rigore scientifico con il quale sono state costruite, l'attenzione per i dettagli e la ricchezza dei materiali, sono delle vere e proprie opere d'arte.
Nello stesso parco possiamo trovare il Planetario.


E' tra i più importanti a livello nazionale, grazie ai suoi 11 metri di diametro, ma soprattutto grazie al sofisticato sistema di proiezione digitale.
Con un commento sempre dal vivo, si possono affrontare viaggi tra le stelle, alla scoperta delle eclissi di luna e di sole, attraverso le scia delle stelle cadenti, in un'avventura ricca di sorprese.
Ma le sorprese non sono finite, perché vi si trova anche il Museo dell'Astronomia della Sardegna.
La mostra si svolge secondo delle tappe, e si possono ritrovare le innovazioni e le scoperte scientifiche, le conoscenze sul sistema solare, e sulla terra.
Si possono ritrovare inoltre, ricostruzioni tecnologiche, considerazioni sui corpi celesti e tanto ancora, per uscire dal museo con la consapevolezza di non essere soli nell'universo, perché tanto ancora si deve scoprire, ma una parte del mistero si è in parte svelato.

Continuano su facebook...http://www.facebook.com/album.php?aid=28108&id=131631216909532

domenica 20 marzo 2011

Crostata alla frutta.. gnam gnam!!


Tra le tante ricette che si vedono in internet, abbiamo voluto dare la nostra versione della crostata, perché a nostro dire in questo modo rimane più soffice e morbida da gustare!

Tempi:
Preparazione: 20 minuti;
Crema: 10 minuti;
Gelatina: 10 minuti;
Tempo di cottura: 20-25 minuti;
Tempo di riposo per la pasta frolla: minimo 1 ora.


Per 8 persone
Ingredienti della pasta frolla:
500 gr di farina tipo 00;
250 gr di burro o margarina;
125 gr di zucchero;
1 uovo;
1 bustina di lievito per dolci;
1 bustina di vanillina o buccia di 1 limone grattugiata.

Preparazione della pasta frolla:
Lavorare bene lo zucchero e il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti.
Aggiungere l'uovo, la farina e il lievito, e aggiungere la vanillina o la buccia grattugiata di un limone.
Lavorare in fretta, e lasciare riposare minimo un ora per far frollare la pasta, mettendola in un recipiente e coprendola con la pellicola.
Trascorso il tempo, accendere il forno a 180°, imburrare uno stampo per crostate; prendere il preparato e stendere la pasta in modo che abbia la forma dello stampo; mettere la pasta stesa con il mattarello dentro lo stampo, in modo che aderisca bene, con la forchetta decorare il bordo in modo che abbia una forma regolare, e bucherellare l'impasto sul fondo. Mettere il forno per 20-25 minuti, a 180° finché l'impasto risulta leggermente dorato e i bordi staccati dallo stampo. Toglierla dal forno e lasciarla raffreddare.

Ingredienti per la crema:
2 uova;
4 cucchiai di zucchero;
2 cucchiaio di farina tipo 00;
1 buccia di limone o una bustina di vanillina;
500 gr di latte.

Preparazione della crema:
Amalgamare bene le uova e lo zucchero,
aggiungere la farina setacciata, versare il latte continuando a versare e facendo in modo che non si formino grumi. Mettere a cuocere a fuoco alto aggiungendo la buccia del limone intera (dopo la si toglie), e quando si addensa abbassare il fuoco continuando a mescolare.
Quando raggiunge la densità desiderata, spegnere il fuoco continuando a mescolare per qualche minuto.

Crostata:
Versare la crema sulla crostata raffreddata, e farcire a piacere di frutta fresca, precedentemente tagliata.

Ingredienti per la gelatina:
1 bustina di gelatina;
4 cucchiai di zucchero;
250 ml d'acqua

Preparazione della gelatina:
mettere in un pentolino 1 busta di gelatina e aggiungere lo zucchero, mescolando aggiungere l'acqua,
Portare ad ebollizione e far bollire a fiamma bassa, continuando a mescolare per 2 minuti. Spegnere il gas, e continuare a mescolare per un altro minuto.

Crostata:
Distribuire uniformemente sulla crostata e lasciare riposare il tutto per almeno 1/2 ora in frigo.

mercoledì 16 marzo 2011

Trinità d'Agultu e Vignola: la chiesa.


Parlare della chiesa di Trinità d'Agultu (comune Trinità d'Agultu e Vignola) significa narrare le origini del paese dove si trova la cappella: fu costruita intorno al 1730, al centro di un'ampia campagna, con poche famiglie residenti, e molti banditi che invadevano la zona di quando in quando.
La leggenda narra che proprio i banditi ebbero l'idea di costruire una chiesetta nella zona, per poter chiedere asilo nel luogo sacro, secondo l'allora legge del Regno di Sardegna, che prevedeva immunità a chi chiedeva asilo nei luoghi di culto, e anche le famiglie del luogo avrebbero potuto godere dell'opera sacra per riunirsi in preghiera.
Si narra sempre che i banditi trafugarono una statua lignea dall'Ermitage de la Trinitè, in Corsica, vicino a Bonifacio, e la portarono in Sardegna dove cercarono di trasportarla lontano dalla costa per trovare il luogo dove edificare la chiesa, e giunsero in un luogo chiamato Agultu, dove si fermarono per riposare qualche ora; poi, accingendosi di nuovo a partire, non riuscirono a sollevare la statua. Riuniti d'urgenza, i capibanda giunsero alla conclusione che la Trinità avesse deciso il punto dove stabilirsi, e in quel luogo fabbricarono la chiesa, dandole il nome di Santissima Trinità, che diede origine al borgo, unito poi ad Augustus, nome dell'antico villaggio romano esistente in origine nel territorio.
Nel 1813 fu istituita parrocchia rurale da Monsignor Stanislao Paradiso, che aveva l'intento di riunire in un nucleo stabile i pastori che vivevano nelle vicinanze.
La chiesetta colpisce per la sua semplicità, costruita con il granito blu locale, con il campanile posto sul lato sinistro a fianco dell'abside. Entrandovi si sente l'intimità del luogo, con le nicchie per i santi che invogliano alla preghiera e al raccoglimento. L'abside, sopraelevata, contiene l'altare dove si erge, maestosa ed umile, la statua trafugata della Santissima Trinità.

lunedì 14 marzo 2011

Isola Rossa: La Torre

Nell'antichità Isola Rossa (Trinità d'Agultu e Vignola - Olbia Tempio) era uno scalo dei centri nati in collina , di conseguenza, verso il 1595, venne edificata una torre d'avvistamento, per difendere la zona dalle incursioni piratesche saracene, e in seguito per ostacolare i contrabbandieri transitanti le coste sarde e corse, mentre trasportavano grano, vini formaggi e carni.
La torre si trova su un promontorio di 35 mt.s.l.m. ed entrarvi non è facile visto che l'unica entrata si trova ad un altezza di circa 5 metri; oggigiorno si erge sulla costa, memore del suo passato, meta turistica e patrimonio artistico-storico di un centro che ha mantenuto caratteristiche di semplicità.
Dalla torre si ha una splendida e privilegiata vista del panorama circostante, niente di strano che sia stata costruita in quel punto, e dritta davanti allo spettatore un'isola di rocce granitiche con una colorazione dal rosa al rosso.
Una visione mozzafiato, sia in pieno giorno, durante una passeggiata, sia al tramonto, e non serviranno parole per rendere le ore romantiche.










sabato 12 marzo 2011

La Marinedda: spiaggia per tutte le stagioni


La Marinedda (Isola Rossa - Trinità d'Agultu e Vignola - Olbia Tempio) è uno spettacolo mozzafiato, con un mare limpido e turchese, apprezzato dai turisti e dai surfisti. Situata alla destra della famosa torre aragonese dell’isola Rossa, questa spiaggia è una meta ambita, apprezzata persino dagli appassionati di pesca, che possono trovarvi una scuola di vela molto stimata autorizzata dalla F.I.V. ( Federazione Italiana Vela). Ma sono anche altri i servizi offerti: dai gommoni ai pedalò, fino ad arrivare a due chioschi molto ambiti nel caldo estivo e due villaggi turistici attrezzati.


Durante la nostra passeggiata, abbiamo potuto notare come la rena quest’anno si sia ingrandita, a causa del mare che sembra parzialmente ritirato, e, dove prima c’erano piccoli lembi di sabbia che facevano stare stretti i bagnanti, ora c’è una grande distesa dorata, che accoglie un crescente numero di villeggianti.



Il mare durante l’anno cambia molto spesso colore, dal turchese al blu profondo, e i profumi inebrianti della macchia mediterranea, come il mirto, il rosmarino, e il corbezzolo, volano per la costa, abbracciando i sensi dello spettatore.
I gabbiani e i cormorani sono i veri padroni della spiaggia, anche se non molto abituati alle persone: scappano se ci si osa avvicinare troppo, lasciano la distesa ruvida dalle molte impronte.
Il rio che si affaccia d’inverno fino a sfociare nel mare, ricco d’acqua limpida, d’estate si asciuga, liberando completamente la spiaggia. 
Le costruzioni visibili e vicine alla costa, edificate intorno gli anni ’70, presentano un armonia architettonica con il paesaggio circostante, inserendosi perfettamente in esso, senza deturparlo.




Toglie il fiato non solo la spiaggia, ma anche le insenature, con la flora mediterranea, e i graniti rosa che si tuffano nel verde-blu del mare. In definitiva, una spiaggia apprezzabile d’estate e non solo.

mercoledì 9 marzo 2011

Benvenuti nel Paese delle Meraviglie!

Oltu di li Canni- Isola rossa, Trinità d'Agultu            


Nascosta nel verde del nord Sardegna, la spiaggia di ciottoli di Oltu di li Canni (Isola Rossa - Trinità d'Agultu e Vignola - Olbia-Tempio) offre un panorama mozzafiato, lambita dall'azzurro del cielo e il blu spumeggiante del mare.
La spiaggia è meta finale di un interessante sentiero immerso nella macchia mediterranea, tra avvolgenti profumi e vivaci colori: le onde che s'infrangono sui ciottoli e la macchia mediterranea presente avvolgono i sensi e regalano un senso di pace e benessere. La passeggiata necessaria per giungere in questo luogo di bellezza straordinaria permetterà ai fortunati di godere appieno della giornata, aiutandoli a rilassarsi meglio.