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mercoledì 6 aprile 2011

Il Redentore


La storia del Redentore di Nuoro inizia ben più di un secolo fa!
Nel 1900 il papa Leone XII per festeggiare il giubileo e salutare il nuovo secolo volle innalzare in 19 regioni italiane la statua del redentore: furono poi innalzate 20 statue in 20 monti di altrettante regioni, 1 per celebrare il papa, le altre per i secoli della cristianità.
Nella nostra cara isola fu scelto come sito ospitante la statua, il monte Ortobene, che sovrasta Nuoro e osserva mite il paesaggio circostante; l'organizzazione fu delegata alla diocesi nuorese e all'allora vescovo Mons. Demartis, che si occupò dei preparativi, grazie anche alla generosità dei nuoresi che fecero colletta per la costruzione della statua. Lo scultore incaricato, Vincenzo L. Jerace, scolpì la statua di bronzo per diversi mesi, inserendo nell'opera il volto sorridente di un bambino, per impersonare l'umanità che sta al cospetto di Cristo: in molti credono che quel volto sia il Maligno pronto ad approfittarsi delle debolezze umane, ma le vicende della vita personale dello scultore, la morte della giovane figlioletta durante la lavorazione della statua, hanno portato questi a scrivere le seguenti righe, lasciando intuire al lettore e spettatore a chi possa appartenere il volto sorridente del fanciullo ai piedi del Signore:
"staccato dal suolo e reggentesi su di esso col solo lembo del suo mantello, nella cui piega estrema è avvolto un viso di pargola sorridente, l'umanità sempre bambina al cospetto di Gesù".
Dopo qualche tempo viene a mancare anche la moglie dello scultore che aggiunge nel palmo della mano del Cristo: "Luisa Verace, morta mentre il suo Vincenzo ti scolpiva".
Finita di scolpire la bronzea statua, essa approdò sulle coste sarde nell'Agosto del 1901, e fu portata, prima grazie al treno a Nuoro, e poi grazie a 6 carri di buoi sulla vetta del monte, lì assemblata ed eretta in tutta la sua altezza, sulla cima del monte, il 29 Agosto tra la gioia e le feste de nuoresi numerosi e le rappresentanze di cento parrocchie accorse per festeggiare e celebrare l'avvenimento.
La cerimonia di inaugurazione fu preceduta da una processione di numerosissime persone che indossavano coloratissimi e preziosissimi costumi tradizionali: la processione, partita dalla cattedrale e snodatasi in alcune vie cittadine, giunse fino al monte per omaggiare la nuova statua; da allora, per ricordare lo spirito di gioia, si rinnovò la processione variopinta e folkloristica, fino quasi a perdere il suo originario carattere religioso, motivo per cui si scinsero le due manifestazioni dedicando due giornate distinte all'aspetto religioso e a quello profano: il 29 Agosto è dedicato al primo, e la penultima settimana del mese al secondo.
La settimana precedente il 29 Agosto inizia con una sfilata pomeridiana e nello stesso giorno inizia il festival del folklore nell'anfiteatro comunale con canti e balli tradizionali.
Alle 6 del mattino del 29 Agosto inizia il corteo con una statua di legno, copia di quella posata nel monte, che parte dalla cattedrale, si snoda nelle vie cittadine, come nel 1901, e arriva al monte, dove si celebra la messa commemorativa; segue una sfilata, che inizia con l'offerta ai presenti di buon vino e prosegue con i gruppi in costume che offrono dolci agli spettatori per tutta la mattina.
Il tutto in memoria degli avvenimenti del 1901, per arricchire ogni volta lo spettatore di una magia mai sopita.

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